La corretta nutrizione che allunga la vita

Elogio della cara, vecchia dieta mediterranea 

In questa intervista, il dottor Massimiliano Berretta, Specialista in Oncologia e Dirigente medico al CRO di Aviano, ci racconta quali aspetti non sottovalutare per una vita in salute: oltre alla nutrizione - ci spiega - dobbiamo fare movimento costante ed evitare eccessi o vizi che indeboliscono il nostro organismo. È sempre il momento giusto per cambiare vita, leggi qui!

Alimentazione e tumori: un legame provato

Se purtroppo ormai il suo nome non spaventa più, tanto siamo abituati a conviverci, ci incuta almeno un po’ di rispetto la sua incidenza sulla popolazione: ogni singolo giorno dell’anno mille italiani si ammalano di tumore. Di questi, il 3% sono soggetti sotto i 40 anni: significa che ci sono diecimila giovani malati di cancro ogni dodici mesi.

La correlazione tra questa patologia oncologica e la nutrizione è stata accertata da anni: ci siamo fatti guidare dall’esperto alla ricerca di comportamenti virtuosi.  

Qual è il consiglio numero 1?

Abbiamo la fortuna di essere nati in un Paese come l’Italia dove la qualità della vita è ai primi posti del mondo: la dieta mediterranea, considerata uno dei principali alleati contro il tumore nasce proprio qui.

Dopo la guerra uno scienziato americano scoprì che in Campania la vita media era più lunga nonostante il tenore non fosse altissimo. Confrontò i dati della mortalità e longevità del Meridione con quelli di alcuni Stati Usa e accertò che si viveva di più perché si mangiava molta frutta e verdura e pochi grassi di origine animale, dolci solo sporadicamente, mentre la carne era il cibo dei ricchi, consumato unicamente in occasione di alcune ricorrenze importanti. Inoltre, si faceva tanto movimento: gli elementi perfetti di un corretto stile di vita per una maggiore longevità. Basterebbe tornare alle origini.

Il movimento, questo sconosciuto!

Oggi purtroppo c’è molta disinformazione a riguardo, anche e soprattutto nei confronti dei più giovani: il 20% dei bimbi italiani è obeso, si mangia in maniera disordinata e i tempi del lavoro non permettono di dedicare il giusto tempo alla cucina e ai figli. Che finiscono per cibarsi di merendine e sempre più spesso di pasti pronti.

Per non parlare del gap di educazione motoria a livello scolastico: gli alunni delle scuole fanno poca attività sportiva, tanto che siamo all’ultimo posto in Europa. Nella maggior parte dei Paesi non fanno meno di 4-6 ore la settimana. Le linee guida suggeriscono almeno 30 minuti di movimento al giorno, bambini e ragazzini dovrebbero arrivare a un’ora e anche a un’ora e mezza di sport quotidiano. Siamo lontanissimi da certi standard.

Questo si ripercuote in obesità che predisporrà i bambini a patologie cardiovascolari, alterazioni dell’asseto lipidico, diabete, favorito da una dieta ricca di zuccheri, ipercalorica e una vita sostanzialmente sedentaria.

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Una sana alimentazione è in grado di ridurre del 30-35% l’incidenza di tumori

Bisogna mangiare più frutta e verdura, almeno cinque porzioni al giorno, per le proteine è meglio privilegiare il pesce (azzurro in particolare), limitare la carne rossa, preferendogli la bianca. Serve soprattutto diversificare la dieta.

Un regime alimentare che garantirebbe un incredibile risparmio alle casse dello Stato: un paziente obeso costa al Sistema Sanitario Nazionale 100 mila euro in più rispetto a un normo-peso. Per le correlazioni all’obesità si spendono otto-dieci miliardi di euro l’anno. Se solo la metà di questi soldi venisse investita per migliorare le strutture sportive pubbliche e scolastiche, per aumentare l’attività fisica, migliorare la qualità dei cibi delle scuole, introdurre mense interne anziché cibi precotti che arrivano da centri cottura molto distanti, ci sarebbe un grande impatto positivo sulla collettività.

La dieta mediterranea fa bene anche per altre patologie?

Uno studio americano ha evidenziato che è in grado di proteggere il cervello dall’atrofia cerebrale tipica dell’invecchiamento, garantendo un ringiovanimento di ben cinque anni. L’indagine è stata svolta su 80enni di varie razze, senza segni di demenza e ha sancito il ruolo benefico della dieta mediterranea, i cui seguaci hanno un volume cerebrale complessivo maggiore. A questo punto la domanda è lecita: perché ci siamo fatti travolgere da menù stranieri e fast food quando avevano in casa l’elisir di lunga vita? E pensare che non dobbiamo nemmeno rinunciare ai sapori tipici della cucina italiana, unica e invidiata da tutto il mondo. 


Questa intervista è stata pubblicata sul nostro periodico di attualità, salute e benessere
SaniMagazine n. 2 - gennaio 2018